Marta Beltrami è nata Correggio il 4 Aprile 1924, in una famiglia di mezzadri. Nel 1940 si è trasferita con la famiglia a Novellara in casa dei nonni materni. Ha partecipato alla Resistenza nel periodo compreso tra l’otto ottobre 1944 e la Liberazione. Dopo la fine della guerra ha continuato la sua militanza attiva all’interno della Democrazia Cristiana e alle elezioni amministrative del 1946 viene eletta Consigliera comunale, così come nel 1951. Dal 1952 ebbe l’incarico di maestra elementare nella sede di Novellara, incarico che ha ricoperto per 40 anni.
Marta ricorda in una sua intervista come entrò a far parte della Resistenza, staffetta delle Fiamme Verdi. Nel 1944 aveva conosciuto la professoressa Lina Cecchini, insegnante di Filosofia presso l’Istituto Magistrale di Reggio Emilia, che Marta aveva frequentato: fu lei a proporle di entrare nel Movimento partigiano cattolico. Il nome di battaglia era Ilia, suo compito era quello di portare volantini e altro materiale nelle case di latitanza della Bassa, raccogliere pacchi per i partigiani, partecipare a manifestazioni per ottenere il grano per la popolazione. Erano tempi difficili, con i rastrellamenti, le spie, i pericoli ad ogni angolo, ma era animata dagli ideali di libertà e giustizia dei giovani cattolici che avevano il loro maestro in Don Dossetti. Della Resistenza dice: “Volevamo essere i protagonisti del nostro futuro: volevamo costruire noi la democrazia con le nostre mani, con la nostra fatica, con le nostre scelte…”
Aveva conosciuto un personaggio carismatico: Don Sante Pignagnoli. Il sacerdote era giunto a Novellara dagli Stati Uniti, dove si era recato perché vincitore di una borsa di studio. Aveva il fascino dell’intellettuale non di provincia, aveva fatto conoscere agli studenti autori e pensatori del mondo anglosassone. Marta era amica della maestra Vittoria Gandolfi con la quale condivideva la passione politica e l’insegnamento; aveva conosciuto Vittoria al momento della scelta della lotta partigiana nel 1944, quando già l’impegno dell’insegnamento occupava la sua vita: aveva il diploma magistrale e la maturità scientifica e riceveva tanti giovani in casa a cui insegnava come una sorella maggiore. A quell’epoca le scuole di ogni ordine e grado subivano i disagi della guerra, dei bombardamenti dei vuoti tra gli insegnanti causati dalle applicazioni delle leggi razziali. Finita la guerra ha iniziato la sua lunga carriera nell’insegnamento e all’interno della scuola si è fatta interprete del cambiamento della società facendo tesoro delle indicazioni di Don Milani espresse nel libro “Lettera ad una Professoressa” del 1967. Don Milani denunciava l’ingiustizia della scuola classista e della mancanza di pari opportunità
“E’ solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero importa meno. Basta che parli” Di questo insegnamento, Marta sarà interprete tutta la vita, impegnandosi per favorire l’istituzione del “tempo pieno” nelle scuole elementari a cominciare dall’anno scolastico 1972/73. E’ stata riferimento culturale per tanti giovani di Novellara.
L’Associazione che porta il suo nome, vuole essere il riconoscimento alla sua attività di educatore permanente e di promozione della cultura rivolta a tutti i cittadini e a tutte le età, aperta al confronto e alle relazioni e alla collaborazione con tutte le associazioni presenti sul territorio.