Il 25 novembre, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. La data fu scelta da un gruppo di attiviste che si erano riunite a Bogotà nel 1981 per l’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, in ricordo delle tre sorelle Mirabal, brutalmente assassinate il 25 novembre 1960 e considerate coraggiose rivoluzionarie e paladine della libertà.
In Italia abbiamo cominciato a celebrare questa giornata dal 2005 e qualche miglioramento c’è stato anche se il problema è ancora molto esteso. Secondo le indagini dell’ISTAT, in Italia 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri. La strada da percorre per eliminare la violenza sulle donne è ancora lunghissima, ma – come dicevamo – qualche passo in avanti è stato fatto: negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all’11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006. Ciò è stato possibile grazie a una maggiore informazione, e al maggiore numero di donne che denunciano le violenze. Tuttavia, è solo attraverso l’educazione degli uomini che la situazione potrà realmente migliorare. Solo educando i giovani uomini al rispetto per le donne e all’uguaglianza tra i generi si potrà avere una reale diminuzione delle violenze.
Secondo i dati del rapporto Eures sul femminicidio in Italia, sono 91 le vittime di omicidio nei primi dieci mesi del 2020. Anche in questa giornata due donne sono state vittime della violenza familiare.
In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, noi del Circolo Culturale Marta Beltrami dedichiamo loro questa poesia di Alda Merini
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
Alda Merini
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.